Se ne parla forse per la prima volta negli atti della visita apostolica di Mons. Scarampi (1583) da cui risulta che il parroco di S. Maria reggeva anche la chiesa di S. Giovanni Battista fin dal 1580 non si sa perché; comunque, annullata l’unione, nel 1585 la parrocchia di S. Giovanni era posta a concorso; negli atti della visita di Mons. Castruccio, vescovo di Mondovì, nel 1597 si nota che la chiesa è retta da un sacerdote cui il Visitatore raccomanda, essendo nuovo, una copia dei decreti sinodali.
Per il Seicento purtroppo non abbiamo neppure il nome di un parroco, la serie dei parroci inizia soltanto nel Settecento.
La chiesa ha la forma di croce greca, con quattro altari, di cui i due che si trovano nei lati della croce dedicati l’uno alla Madonna del Carmine e l’altro all’Angelo Custode e gli altri due che si trovano a capo delle navatelle laterali l’uno della Compagnia delle Figlie di Maria con bella statua della Madonna, opera del Roasio, e l’altro della Compagnia di S. Agata e S. Apollonia.
Il campanile che sorge a lato della chiesa è una rustica torre di considerevole altezza con orologio e tre campane.
Il Priore Don Francesco Rizzo ha rifatto il tetto della chiesa, installato l’organo elettronico e provveduto un nuovo riscaldamento a gas
Si stanno programmando altri lavori come il restauro dei dipinti dovuti a Luigi Morgari e a Francesco Toscano e soprattutto pensa di rifare la facciata in mosaico per poterla salvare in modo definitivo dalle intemperie.
da “Peveragno nei secoli” – Sac. Dott. Maurizio Ristorto – 1988